QUICHE: PERE GORGO E NOCI

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“Non far sapere al contadino quanto è buono il formaggio con le pere…”

LUCIANOOOOOOOOOOOO

buon comple

Nuovo compleanno… nuova sfida!
Io sono specializzata in torte dolci, ma quelle le avevano già prenotate… quindi via alle torte salate “innovative” come direbbe il maestro Montersino!
Certo, questa  di innovativo, inteso come lo intende lui, ha solo l’idea… ma da qualche parte bisogna inziare!:P
La grande innovazione sarebbe usare la frolla salata e la spuma al gorgonzola… ma il tempo non era a mio favore (ne avevo poco) e l’orario neanche (cucina serale/notturna).

Gli ingrdienti che seguono sono intesi per quattro persone se parliamo di una porzione da pranzo, ma escono circa 20 quadratini finger food se parliamo di un evento come quello di domani che sarà un APERIPRANZO.

quiche gorgo per e e noci

Ingredienti per 4 persone

una confezione di pasta sfoglia (o 360 gr se la fate voi)

1 pera

50 g di gorgonzola

30 g di gherigli di noce

3 uova

100 ml di latte

150 ml di panna fresca

qb sale, pepe

Preparazione “Quiche pere noci e gorgonzola”

Ungete ed infarinate una teglia da forno rettengolare 20×30 cm.

Srotolate o stendete la pasta sfoglia ad uno spessore di 3 – 4 mm, foderate con questa la teglia, facendo bene aderire la pasta ai bordi. Bucherellate la base con il rullo dentato o, in alternativa, con i rebbi di una forchetta per evitare che cresca troppo, e ricoprite con un foglio di carta forno, distribuitevi sopra dei legumi e premete leggermente per farli aderire al fondo e lungo i bordi.

Cuocete in forno a 200°C per 20 minuti, sfornate, togliete la carta con i legumi e, quindi infornate nuovamente per altri 5 minuti.

In una ciotola, sbattete le rimanenti uova con sale e pepe, aggiungete il latte e la panna e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo e denso.

Affettate la pera nel senso della lunghezza avendo cura di togliere i noccioli, e distribuitela sul fondo della pasta, aggiungete il composto di uova, latte e panna, infine il gorgonzola a pezzetti e i gherigli di noci tritati grossolanamente.

Lasciate cuocere in forno per altri 20 minuti a 200°C o fino a doratura. Aspettate 5 minuti prima di sformarla, servite la quiche possibilmente tiepida.

Note Storiche (tratto da http://www.gorgonzola.com):

Il gorgonzola è un formaggio assai antico, alcuni affermano che il gorgonzola sarebbe stato fatto per la prima volta, nella località omonima alle porte di Milano, nell’anno di grazia 879.
Secondo altri la nascita ebbe luogo a Pasturo nella Valsassina, grande centro caseario da secoli, grazie alla presenza di quelle ottime grotte naturali la cui temperatura media è costante tra i 6°C ed i 12°C e consente, pertanto, la perfetta riuscita del gorgonzola, così come di vari altri formaggi.

La cittadina Gorgonzola, in ogni caso, rimane il centro di maggior fama, se non di maggior produzione o commercio per vari secoli; infatti il primo vero nome del gorgonzola fu quello di “stracchino di Gorgonzola”, meglio definito poi dal suo sinonimo di “stracchino verde”. In tal contesto, è fuor di dubbio che la sua produzione avvenisse con le mungiture autunnali della transumanza di ritorno dalle malghe od alpeggi.

La diffusione del gorgonzola, per quanto lenta se rapportata ai successi di altri formaggi, fu tuttavia costante almeno per quanto riguarda l’area tra Lombardia e Piemonte: tanto il Pavese quanto il Novarese si aggiungono in modo massiccio a Milano ed al Comasco nella produzione del gorgonzola.

Si prefigura così quello che i decreti del 1955 e del 1977 delimiteranno come zona di produzione e di stagionatura di questo formaggio ormai assurto alla denominazione di origine tutelata.

Dagli inizi del ‘900 in poi il gorgonzola assapora i suoi crescenti successi soprattutto all’estero, stabilendo un record nelle esportazioni con oltre 100 mila quintali annui di formaggio destinati a Inghilterra, Francia e Germania; mentre il primo paese predilige il gorgonzola bianco di sapore mite e leggermente piccante, francesi e tedeschi richiedono espressamente quello dalla pasta venata e dal gusto marcato, il cosiddetto gorgonzola “a due paste”.

Nell’immediato dopoguerra viene messa a punto una nuova tecnica, cioè la lavorazione del gorgonzola ad “una pasta”. Gradualmente sostituisce la precedente produzione, assai empirica, sensibilmente più costosa, igienicamente e qualitativamente incostante. I caseifici e le molte latterie disseminate in tutta la pianura padana, raccolgono il latte presso tutte le cascine e producono il formaggio che viene quindi trasportato presso i grandi centri di stagionatura. Negli anni settanta gli oltre 100 caseifici devono necessariamente modernizzare gli impianti produttivi e diversi piccoli produttori, non riuscendo a sostenere le spese, devono lasciare. Rimangono quindi ad oggi circa una trentina di aziende ben strutturate che oltre a lavorare il latte, il gorgonzola lo stagionano nei lori moderni impianti; si distinguono in grandi e medi complessi.

La produzione degli ultimi anni conferma lo spostamento dell’asse produttivo. Tra le tre maggiori provincie produttrici, Novara raccoglie oltre il 45 %, Pavia il 22 % e Milano il 15%. Il resto si divide tra le altre provincie dell’area tipica di produzione e di stagionatura indicata dalle leggi di tutela di denominazione.

 

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